Il Forumpace ringrazia per la partecipazione dell'evento di ieri pomeriggio in cui è stato presentato il 31° dossier statistico sull'immigrazione curato da Dossier Statistico Immigrazione -IDOS , Confronti e Istituto Di Studi Politici S. Pio V.
Grazie alla relatrice Serena Piovesan, referente provinciale di Idos, ai relatori in presenza e a distanza Paolo Boccagni di Università di Trento e Gianfranco Schiavone del Consorzio Italiano di Solidarietà, che hanno saputo dare uno sguardo europeo, italiano e trentino del fenomeno migratorio.
La pandemia da Covid-19, che nel 2020 ha 'bloccato tutto', non ha fermato invece le migrazioni, sottolineando ancora una volta come il migrare sia un macro-fenomeno globale e quanto sia importante studiarlo e comprenderlo, grazie anche all'utilizzo di strumenti come questo dossier:
A metà del 2020 i migranti nel mondo sono 281 milioni (per il 48% donne), un numero pari al 3,6% dell'intera popolazione planetaria (7,8 miliardi di abitanti), cresciuti in un solo anno di ben 9 milioni.
Così, nonostante le chiusure delle frontiere, i bandi di ingresso nei confronti dei cittadini di circa 70 Paesi e le oltre 43mila misure direstrizione dei viaggi internazionali adottate, a livello globale, nei primi mesi dell'anno per contrastare la diffusione del Covid-19 (tutte misure che, secondo le stime Oim, avrebbero tenuto bloccate circa 3 milioni di persone bisognose di trasferirsi), l'aumento dei migranti internazionali ha superato la crescita media del quadriennio precedente (+6 milioni all'anno)
L'attenzione si è rivolta inoltre sulla Rotta Balcanica, che ad oggi è la via principale d'accesso dei migranti extracomunitari per entrare in Europa. Roberto Calzà, referente diocesano per la pastorale delle migrazioni, ci ha raccontato il progetto Cambiamo Rotta! che mira ad aiutare le organizzazioni che operano nei balcani per aiutare e salvare le vite dei migranti.
Ciò di cui si sente soprattutto la mancanza è una classe dirigente dalla levatura culturale, dalla statura politica e soprattutto dalla caratura umana molto più consapevole dell'oggi e all'altezza delle sue sfide globali; una classe dirigente capace di comprendere, in particolare, che sulle politiche dell'immigrazione e dell'integrazione si gioca il destino non solo degli immigrati che vivono in Italia, ma dell'intero Paese, il bene senza eccezioni comune di tutta la collettività; una classe dirigente che tolga dalle secche di un disimpegno politico che dura da decenni le molte ottime idee e sperimentazioni che nel frattempo sono provenute dalla società civile, dal privato sociale e persino da strutture istituzionali (e che riguardano, ad esempio, la revisione dei meccanismi di ingresso dei lavoratori stranieri, il riconoscimento dei titoli di studio, la riforma della cittadinanza, i corridoi umanitari, la gestione dell'accoglienza, le politiche di integrazione); una classe dirigente, quindi, che, sulla base di quella consapevolezza e di questa messa a frutto, sblocchi finalmente il passaggio dalle buone prassi alle politiche, dalle buone proposte alle policy. Ecco: è esattamente a questo che oggi - soprattutto in questo nostro tempo - il Dossier Statistico Immigrazione intende ancora dare il suo contributo.
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