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Per un linguaggio di pace (e non solo)
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Il linguaggio non è solo strumento di comunicazione ma anche portatore di senso e di valore.

Rispetto, collaborazione, valorizzazione, cooperazione, pace… passano anche attraverso le parole che utilizziamo.

Il Consiglio per la pace ha deciso di toccare il tema del linguaggio come leitmotiv per l'anno 2025 e ci proponiamo di supportare questa scelta attraverso la pubblicazione a puntate dell'Alfabeto del Forum trentino per la pace e i diritti umani. Si tratta di un vero e proprio 'abbecedario', che segue le lettere dell'alfabeto italiano. (L'abbecedario è il libro che si utilizzava per insegnare l'alfabeto e per esercitarsi nelle prime letture. Il nome deriva dalle prime quattro lettere dell'alfabeto latino a, b, c, d. Per estensione è diventato anche un modo per indicare una spiegazione semplice e schematica).

Ognuna delle voci che saranno proposte gioca un ruolo importante nella vita di ciascuno di noi, come individui inseriti in una comunità: sono le parole con cui dobbiamo fare i conti per vivere in una società democratica e pacifica e che, dunque, possono costituire pillole di educazione alla cittadinanza globale diffusa sul territorio.

L'Alfabeto trae origine dal ciclo radiofonico 'Trent'anni in pillole dalla A alla Z' a cura di Silvia Defrancesco e Katia Malatesta. È stato poi pubblicato in un volumetto a cura del Forum trentino per la pace e i diritti umani.

A come Amore

Le parole di pace che cominciano con la lettera A sono numerose: Accoglienza, Ambiente, Assemblea, Attivismo, Autodeterminazione, Autonomia, Agenda 2030. O anche, in negativo, di Antisemitismo, Armi, Apartheid. La scelta è stata quella di approfondire la A di Amare, liberamente.

Iniziare questo percorso tra i temi del Forum con la parola 'amore' non rappresenta solamente un caso fortuito. L'assenza di amore, infatti, si frappone tra 'me' e 'te', 'noi' e 'loro', motivando anche la più lacerante tra le rivalità. Sarebbe impossibile qui sintetizzare il contributo che ogni epoca ha dato alla definizione di 'amore', a volte esaltandone gli aspetti positivi - comprensione, generosità, comunione di intenti -, a volte confondendolo con sentimenti negativi, come possesso, sottomissione, esclusione.

Concentrando la nostra attenzione sugli ultimi decenni del XX secolo, lo troviamo abbinato ad un altro fondamentale concetto: 'libertà'. Libertà di amare, amore libero, amore possibile, amare senza confini, amare al di là dei muri, degli ostacoli, delle regole e delle limitazioni, amori plurali. 

A far proprio lo slogan dell'amore libero tra gli anni '60 e '70 del Novecento è per la prima volta il movimento di liberazione sessuale. A farsi volto e carico di questa svolta erano principalmente ragazze e ragazzi che volevano lasciarsi alle spalle gli orrori della Guerra e accettare l'amore in tutte le sue forme.

Oggi, i diffusi fenomeni di omofobia, bifobia e transfobia ci costringono a riconoscere che molta strada rimane da fare. Ci sono ancora Stati, religioni, organizzazioni politiche e parti di società civile che si rifiutano di accettare che si possa amare chi ci pare. Ancora oggi c'è chi ritiene l'omosessualità una malattia da curare, reagisce con odio, bullismo, persecuzione, intolleranza, fino ad arrivare a carcere, torture, pena di morte. Per questo è fondamentale lottare contro le troppe discriminazioni che le persone LGBTQIA+ subiscono quotidianamente.

Il Forumpace sostiene e collabora da sempre con le realtà che lavorano continuatamente alla costruzione di una società in cui libertà individuali, diritti umani e civili siano riconosciuti, garantiti e promossi senza discriminazioni fondate sull'ontamento sessuale, l'identità di genere o ogni altra condizione personale e sociale.


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