
Genitori ed insegnanti hanno la responsabilità di liberarsi dagli stereotipi che compromettono la piena realizzazione di figlie, figli, alunne e alunni. Un incontro per discuterne.
Coordinamento Donne ANPI, Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne OIVD, Coordinamento Donne ACLI, Coordinamento Donne Centro antiviolenza, CGIL SPI, ALFID Associazione laica famiglie in difficoltà, Associazione DOCET, gli autori del libro Era una brava persona
invitano a discutere sull'urgenza di reintrodurre a scuola l'educazione alla parità di genere
giovedì 20 marzo 2025 alle ore 17,30 presso la sede ACLI in via Roma 57 a Trento (quarto piano)
Di seguito il documento di presentazione.
È possibile educare alla parità e smontare i presupposti della violenza maschile sulle donne?
Ci rivolgiamo a donne e uomini attente/i a questa tematica.
Spesso voci autorevoli, in occasione di eventi tragici come femminicidi ed altri tipi di violenza e discriminazione, che si verificano con frequenza allarmante, invocano percorsi di formazione per educare a valori nuovi, più rispettosi delle diversità, i giovani e le giovani.
Noi condividiamo questa idea e auspichiamo un intervento educativo permanente nelle scuole che apra a ragionamenti e riflessioni sugli stereotipi e i ruoli di genere. Il fine sarebbe fornire a giovani e adulti strumenti critici adeguati come non unico ma indispensabile antidoto agli atteggiamenti misogini e omofobici. Essi infatti producono, anche nei comportamenti di ragazzi/e, violenza e discriminazione con conseguenti disagio e sofferenza.
Non che fino ad ora non ci siano stati interventi e attenzioni. Infatti le esperienze realizzate hanno raccolto frutti preziosi: miglioramento delle relazioni all'interno delle classi, apertura di dibattito in famiglia, maggior attenzione degli/delle insegnati ai rapporti tra alunni/e.
Ci riferiamo al progetto «Educare alla relazione di genere» elaborato dall'Università di Trento, in collaborazione con Iprase e Commissione pari opportunità della Provincia autonoma di Trento, e sperimentato dal 2011 al 2014 e poi attuato in modo definitivo dal 2014 fino all'insediamento della giunta Fugatti nel 2018. La nuova Giunta ha sostanzialmente deciso che non fosse il caso di continuare con un intervento strutturato e sistemico, scegliendo di finanziare singole proposte provenienti da vari soggetti in modo episodico. Questo ha inevitabilmente portato ad una drastica riduzione del numero dei progetti finanziati: da 82 fino al 2018, gestiti da formatrici e formatori competenti, a 11 negli anni successivi.
A fronte di un aumento evidente di episodi di violenza nelle scuole e nella società, in particolare nelle varie e terrificanti forme di disprezzo dei corpi e delle vite delle donne, riteniamo assolutamente necessario riprendere quel progetto che aveva dato risultati positivi anche grazie al coinvolgimento di famiglie e insegnanti sia in fase di progettazione che di successiva valutazione.
È un diritto di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, avere una formazione che li aiuti a sottrarsi a relazioni 'tossiche' frutto di una cultura della forza e del dominio che purtroppo caratterizza ancora la maggior parte dei messaggi a loro rivolti (vedi i testi proposti da alcuni rapper). Importantissima, in funzione di un'educazione a relazioni paritarie e al rispetto delle diverse soggettività, anche la revisione di testi scolastici che ancora propongono contenuti patriarcali e discriminatori.
Molti sono oggi i soggetti che stanno capendo l'importanza di quest'attività di formazione e molti sono stati gli interventi anche in sede istituzionale per sollecitarne la ripresa, è mancata però, a nostro parere, un'iniziativa ampia che mettesse in campo la forza di tutte le realtà femministe che pure sono attive sul nostro territorio. Consideriamo importante e necessario muoverci assieme per esercitare l'opportuna pressione sui decisori politici e quindi proponiamo di incontrarci per verificare la possibilità di azioni/iniziative comuni.