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EVENTO DI «LA STORIA SIAMO NOI»
Passi di pace in Val di Non
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È stata intitolata «Passi di pace: in memoria delle vittime di tutte le guerre», la Via Crucis organizzata da «La storia siamo noi» e animata dai ragazzi di quarta e quinta della scuola primaria di Sanzeno. Come gli anni precedenti, la processione è iniziata alla Basilica dei Santi Martiri, per terminare al santuario di San Romedio, dove, davanti al portale, è stata animata una fiaba di Paulo Coelho: la storia di tre candele che lentamente si spegnevano.

La prima diceva: «Io sono la candela della pace, ma gli uomini non riescono a mantenermi accesa». La seconda: «Io sono la candela della fede, ma purtroppo non servo a nulla». La terza: «Io sono la candela dell'amore, ma non ho la forza per rimanere accesa». Inaspettatamente un bimbo entrò in chiesa, e impaurito per la semioscurità disse: «Voi dovete rimanere accese perché io ho paura del buio!». Allora una quarta candela, impietosita, disse: «Non temere, non piangere, finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele: io sono la candela della speranza». Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre, e non ebbe più paura.

Al cammino notturno era presente il vescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, che ha preso spunto da questa rappresentazione finale per il suo intervento: «La speranza cristiana sostiene la nostra vita e tutti hanno bisogno del suo sostegno. Questa è una parola che è risuonata più volte in questa sera di sogno. Diversi testi ci hanno ricordato che senza sogno non c'è pace. I bambini hanno occhi per sognare, sono la speranza del mondo. Ieri a Gaza sono morti 130 bambini, che sono diventati solo cifre, mentre sono 130 volti di bambini. Dobbiamo avere il coraggio di indignarci, dobbiamo fare nostro quello che abbiamo letto lungo la Via Crucis, perché siamo colpevoli per il bene che non abbiamo fatto. Sono i sognatori che dicono NO alla violenza, che credono nella forza del sogno, dell'abbraccio, dell'incontro, del perdono. Sono i sognatori che hanno in mano la salvezza, ma purtroppo non fanno audience, anche se sono miliardi di persone».

Ad ogni stazione della Via Crucis era presente la gigantografia del volto di un premio Nobel per la pace, con la motivazione del suo impegno sociale: Martin Luther King, Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela, Yasser Arafat e diversi altri.

Alla quattordicesima stazione è stato letto un pensiero di papa Francesco. «Dobbiamo essere costruttori di pace e le nostre comunità devono essere scuole di rispetto e di dialogo con quelle di altri gruppi etnici o religiosi, luoghi in cui si impara a superare le tensioni, a promuovere rapporti equi e pacifici tra i popoli e i gruppi sociali e a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire».

Poi i messaggi di pace giunti da «Rondine, cittadella della pace» e, lungo il cammino, le musiche - sempre sul tema della pace -  eseguite dai giovani Federica Springhetti, Valentino Iob e Federico Giuliani. Sono state ricordate anche le vittime del terremoto in Myanmar e Thailandia. 

«Hanno partecipato 450 persone, fra giovani e adulti; un grande ringraziamento a monsignor Lauro Tisi presente a tutte e tre le edizioni, con la sua grande capacità di lettura delle situazioni, di concretezza, di saggezza, una grande guida per la Chiesa trentina», ha commentato Marco Luchi, presidente dell'associazione «La storia siamo noi».

Quest'anno la novità introdotta da Giorgio Giuliani è stata affidare la lettura delle stazioni ai ragazzi della scuola Primaria di Sanzeno, mentre il vescovo ha letto la parte religiosa. È stato un appuntamento pregno di spiritualità e partecipazione.

Carlo Antonio Franch
da Vita trentina, n. 14, 6 aprile 2025, pag. 26


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