
L'idea è innovativa: presentare i risultati di un'indagine etnografico-sociologica attraverso un libro a fumetti. Lo ha pubblicato l'editore «Becco giallo» di Padova con il titolo I Disconosciuti. Vivere e sopravvivere al di fuori del sistema di accoglienza (132 pagine, 18 euro).
La ricerca indaga un aspetto tanto evidente quanto poco conosciuto del mondo dell'immigrazione: la condizione delle persone richiedenti asilo che non stanno all'interno del sistema di accoglienza italiano. Dove vivono le persone rifugiate che si trovano in Italia e sono in attesa di ricevere i servizi previsti per chi chiede asilo (sono migliaia e migliaia)? E cosa fanno le persone che sono state accettate come richiedenti asilo ma non hanno più la possibilità di essere aiutati/e? Si tratta di passaggi inevitabili nella gestione ma, che sono stati ingigantiti dalle scelte politiche degli ultimi anni.
La ricerca sul campo è stata condotta a Trento dalla ricercatrice Giulia Storato con la supervisione di Francesco Della Puppa, docente di sociologia all'università di Venezia. Il metodo utilizzato è quello etnografico, basato sulla partecipazione diretta e sulla raccolta delle storie di vita.
Al termine della raccolta dei dati sul campo, invece di produrre un libro che ben pochi avrebbero letto, è stato deciso di far conoscere gli esiti del lavoro attraverso un fumetto, con l'obiettivo di raggiungere un pubblico più vasto, anche di non addetti ai lavori. È stato coinvolto un disegnatore, Francesco Saresin, e due scenografi, Alessandro Lise e Francesco Matteuzzi, per costruire la storia e riuscire a rendere all'interno delle tavole gli esatti contenuti emersi dalla ricerca. Operazione non certo facile ma coronata da successo.
Il lavoro è stato presentato a Trento il 17 aprile 2025, nel nuovo Spazio di comunità presso la sede dove fino a pochi mesi fa operava la mensa dei Cappuccini. Promotori dell'iniziativa le associazioni ATAS e Centro Astalli, rispettivamente rappresentate da Silvia Volpano e Alessandra Volani.
Nel corso dell'incontro, che ha saputo tenere ferma l'attenzione dei/delle numerosi/e partecipanti per quasi due ore, non è emersa solo una fotografia locale ma sono state esplicitate le linee di fondo delle politiche sull'immigrazione in Italia. Indipendentemente dal colore politico, tutti i governi che si sono succeduti hanno cercato di respingere con la forza la marea di persone che cerca di entrare in Europa per avere una vita migliore, per sé e per i propri familiari. Spesso il «lavoro sporco» viene delegato ad altri soggetti (i torturatori libici piuttosto che le polizie serbe e croate piuttosto che i carcerieri albanesi) oppure si prendono provvedimenti ridicoli come impedire di comprare una scheda SIM per il cellulare.
Sono tutte misure che non bloccano un fenomeno di portata storica e che finiscono «semplicemente» per ribadire e accentuare la condizione di inferiorità e sfruttamento in cui le persone richiedenti asilo sono costrette. Persone che hanno investito tante risorse fisiche, emotive ed anche economiche, che hanno rischiato la vita per «il viaggio», che non hanno altre prospettive certamente non torneranno indietro. Piuttosto accetteranno condizioni di vita e - soprattutto - di lavoro che li mettono alla mercè del più bieco sfruttamento. Per come è disegnato ora, il sistema crea una condizione strutturale di inferiorità, che non può certo dirsi integrazione.
Non c'è traccia di buonismo in questa analisi ma solo dati di fatto, che sono sotto gli occhi di tutti e che a tutti richiedono una forte assunzione di responsabilità.
[Questa notizia è stata pubblicata il 18/4/2025]
Immagine: www.atas.tn.it
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GG