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L'Alfabeto del Forum trentino per la pace e i diritti umani
F come Femminicidio
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Ricominciamo da Giulia, da Alba Chiara, da Eleonora, da Agitu, da Deborah e tutte le altre - adulte, anziane, ragazze, bambine; single, sposate, divorziate, di ogni paese e di ogni condizione - uccise da un uomo per «motivi di odio, disprezzo, piacere o senso di possesso delle donne», come
scrivevano nel 1990 la docente femminista Jane Caputi e la criminologa Diana Russell, ponendo le basi per la concettualizzazione del femminicidio e il suo inquadramento giuridico internazionale.

Femminicidio è tutto ciò che implica odio verso l'universo femminile in quanto tale: un fenomeno larghissimo, che include maltrattamenti e forme di violenza fisica, psicologica, sessuale, economica. Prima della morte, la mortificazione, messa in atto prevalentemente da uomini in nome di una non-cultura patriarcale, maschilista e misogina, all'interno di dinamiche tossiche di controllo che vogliono costringere le donne in una posizione di
assoggettamento, fino alla schiavitù, all'annientamento, al sei mia, al ti ammazzo

Secondo i dati forniti dall'Onu, una donna su tre subisce violenza fisica e psicologica: a casa, a scuola, al lavoro, per strada, su internet. Ogni anno, in Italia, decine di donne vengono uccise dal convivente, dal fidanzato o dall'ex. Spesso perché volevano lasciarlo, e costruirsi una vita indipendente o con un altro partner.

Dal 2013 l'Italia si è dotata di una legge per contrastare la violenza di genere e il femminicidio. Ma non è abbastanza. Occuparsi della violenza, dell'omicida, dello stalker, significa intervenire quando la donna è già diventata vittima. Occorre, invece, agire sulla discriminazione, fin dal primo
fondamentale passaggio: l'educazione delle bambine e dei bambini, perché imparino che la violenza non è mai amore; perché diventino ragazzi e uomini capaci di accettare il dolore, la separazione e la perdita, vivendoli con responsabilità, non aggressione.

Su queste linee si sviluppa da sempre anche l'azione del Forum trentino per la pace e i diritti umani, in rapporto con la Commissione provinciale pari opportunità, con i Centri antiviolenza, le reti e le associazioni che tutelano i diritti della donna: perché nessuna sia lasciata indietro, perché tutte possano vivere libere dalla gabbia paralizzante dell'umiliazione e della paura.
(km)

 

[Questa notizia è stata pubblicata il 24/6/2025]
Foto: www.flickr.com


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