
«Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace». Lo ha detto papa Leone ai movimenti e alle associazioni che hanno dato vita all'Arena di pace a Verona, incontrandoli lo scorso 30 maggio. Al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede aveva ricordato, due settimane prima, che «è necessario ridare respiro alla diplomazia multilaterale e a quelle istituzioni internazionali che sono state volute e pensate anzitutto per porre rimedio alle contese che potessero insorgere in seno alla Comunità internazionale».
Con questo papa Leone metteva in luce da subito la principale criticità dell'attuale scenario internazionale: l'inesistenza o l'inefficacia di organismi internazionali che possano intervenire in caso di conflitto, per prevenire la morte e la distruzione che causano le guerre. La tragica situazione è sotto gli occhi di tutti.
Alla «debolezza della politica internazionale» papa Francesco aveva dedicato, tra l'altro, un capitolo dell'esortazione apostolica Laudate Deum. «Parliamo soprattutto di organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali. Il punto è che devono essere dotate di una reale autorità per 'assicurare' la realizzazione di alcuni obiettivi irrinunciabili. Così si darebbe vita a un multilateralismo che non dipende dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un'efficacia stabile».
Un bel modo per ricordare Alexander Langer - di cui il 3 luglio ricorre il trentennale della scomparsa - è riproporre i suoi sforzi (finora vani) per ripensare il funzionamento di organizzazioni multilaterali come le Nazioni Unite.
All'inizio degli anni '90 presentò al Parlamento europeo una proposta di risoluzione per la riforma dell'ONU. Vi si esprimeva la grave preoccupazione «di fronte alla tragica evidenza dei limiti dell'attuale Organizzazione delle Nazioni unite, e in particolare del Consiglio di sicurezza, nel far rispettare tutte le proprie risoluzioni, e farle rispettare con mezzi incruenti, per svolgere il compito primario di evitare guerre e garantire un ordinamento giusto a tutti i popoli» e la convinzione che «in un mondo non più governato dalla spartizione e deterrenza tra due 'super-potenze' occorra più che mai radicare e rafforzare un ordine internazionale giusto, e perciò forte e convincente». Eravamo all'indomani della caduta del Muro di Berlino.
I passi proposti da Langer: offrire la collaborazione dell'Europa comunitaria per un percorso di riforma dell'ONU; dotare l'ONU di autorità e mezzi che le consentano di svolgere un ruolo autonomo ed efficace; dare un più giusto assetto al Consiglio di sicurezza, senza diritto di veto e con una più equa rappresentanza dei popoli e in particolare delle Organizzazioni sovranazionali come la stessa Unione europea (allora Comunità europea); dotare l'ONU di un corpo non-militare di pronto intervento, con funzione di prevenzione dei conflitti e di pacificazione; far sì che l'ONU potesse affidare eventuali compiti di polizia internazionale a forze direttamente scelte e comandate dall'ONU stessa. Tutto si può dire, tranne che Alex Langer non avesse colto nel segno.
Considerazioni, le sue, estremamente attuali. Sono passati più di trent'anni. Il suo sguardo lungo, il suo pensiero libero ci mancano. Nel mondo alla deriva della «terza guerra mondiale a pezzi», solo il Papa - Francesco o Leone - sembra in grado di dire e di ripetere la disarmante verità: «Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace».
da Vita trentina, n. 27 del 29 giugno 2025, pag. 27
[Questa notizia è stata pubblicata l'1/7/2025]
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Paolo Valente