
Questo testo di don Tonino Bello risale al 1987, ai mesi in cui si stava decidendo la partecipazione della Marina militare italiana (insieme ad altre marine occidentali) alla missione internazionale che tra la fine del 1987 e la fine del 1988 fu realizzata per la protezione del traffico marittimo mercantile nel Golfo persico, durante la guerra tra Iran e Iraq.
Le analisi del vescovo di Molfetta appaiono attuali e valide anche per ciò che sta accadendo oggi sullo scacchiere internazionale.
Tra silenzi e ironia
La polemica era scontata. Come pure, era prevedibile la spaccatura dell'opinione pubblica attorno alla spedizione militare nel Golfo persico. Anzi, visti gli interessi economici in gioco, si poteva giurare che non sarebbe stato facile per nessuno portare sul terreno dei fatti le conclusioni derivanti dalle nostre «omelie» sulla pace.
Ciò che, invece, non entrava nel conto era, da una parte, l'aria di distacco con cui certi organi di stampa hanno compatito i «sussulti» dei movimenti cristiani che da anni si battono sul fronte della nonviolenza, dall'altra, la prudenziale abbottonatura con cui, come Chiesa, abbiamo evitato di prendere una chiara posizione sul problema.
Si è parlato così di gesti inconsulti del pacifismo cattolico. Si è fatto spreco d'ironia sull'ingenuità di queste frange sparse di credenti, dipinti come utili idioti di turno e usati come spalla per i disegni politici dell'opposizione. Si è tornati a sorridere delle marce organizzate da questi incorreggibili zoccolanti formato Duemila. Ci si è scandalizzati alle «sovraeccitazioni» di queste consorterie di càtari moderni, troppo sproporzionate, che diamine, di fronte alla decisione di inviare in Oriente uno scampolo di flotta. Alla fine dei conti cinque o sei navi, fregata più fregata meno, non avrebbero compromesso la pace universale!
Eppure, a temperare tanta sufficienza, sarebbe bastata la conferma immediata che i fatti hanno dato alle puntigliose denunce dei movimenti cattolici sul traffico delle armi. Denunce che possono aver fatto saltare direttori di riviste missionarie [1], ma hanno inchiodato a pesanti responsabilità i protagonisti di inquietanti connivenze col mercato della morte.
Silurate le navi-scuola della pace!
Quanta tristezza! Non perché abbiamo visto «partire» i nostri uomini in assetto di guerra! Ma perché abbiamo visto «tornare» a uno a uno, con inesorabile puntualità, gli argomenti di una logica che pensavamo esiliati per sempre dal nostro costume.
Ci siamo illusi! Eravamo convinti che la cultura di guerra fosse irreversibilmente legata agli ormeggi del «Mar Piccolo» [2]. E, invece, la vediamo prendere il largo, a sirene spiegate, e con sofismi spietatamente lucidi, come i cannoni delle navi che sono sfilate sotto il ponte girevole di Taranto.
Ci auguriamo tutti che queste navi non sparino nessun colpo, neppure a salve. Ma si sappia bene che un primo siluro l'hanno già lanciato. Non contro le imbarcazioni iraniane, ma contro le navi scuola su cui da ormai cinquant'anni impartiscono lezioni di pace Gandhi e Martin Luther King, Paul Tillich [3] e Aldo Capitini, Giorgio La Pira e Lanza del Vasto, Helder Camara e don Milani, Norberto Bobbio e Luigi Bettazzi.
E le nostre Chiese di Puglia?
È vero che non sono mancate in questi anni autorevoli prese di posizione contro certi modelli di sviluppo in antitesi con la vocazione pacifica della nostra terra. È vero che, qua e là, voci di pastori e di intere comunità cristiane hanno denunciato il sacrilegio di sfruttare la fragilità sociale della nostra gente, per imporle formule di benessere legate a logiche perverse. È vero che gruppi e movimenti, con l'audacia di certe scelte apparentemente paradossali, hanno tenuto desti in mezzo al popolo i fuochi della profezia.
La cultura debole della pace
Ma dobbiamo riconoscere, purtroppo, che tra noi, nonostante il multiloquio, quella della pace rimane ancora una cultura debole. Se no, avremmo denunciato più rapidamente la mitologia della cosiddetta «sicurezza nazionale», nel cui nome, per la prima volta nella storia, esportiamo la difesa oltre confine, su queste navi che hanno tutta l'aria di essere la protesi armata della nostra terra pugliese.
E ben diversa sarebbe stata la nostra risposta di fronte alla crescente militarizzazione del territorio ormai braccato da innumerevoli servitù; di fronte al problema del megapoligono di tiro che sottrae sulle Murge oltre diecimila ettari all'agricoltura [4; di fronte all'allargamento della base navale di Taranto, destinata a ospitare la fregata «Garibaldi»; di fronte alla concentrazione, negli aeroporti di Brindisi e di Gioia del Colle, degli AMX e dei Tornado apprestati per il trasporto di testate atomiche [5].
E molto meno tiepida sarebbe stata la nostra reazione dinanzi alla sconcertante scoperta, legata alla Boustany 1 [6], che sulle nostre coste pugliesi non sbarcano più dolcissime icone bizantine, come nei secoli passati, ma armi e droga in un osceno mercato di morte.
E più profetica si sarebbe levata la nostra voce nell'esecrazione di un'economia che, anche nella nostra terra, si va sempre più legando all'affermarsi delle industrie belliche: non è più un mistero per nessuno che le armi non si fabbricano solo a Brescia ma anche a Bari!
C'è una frase ormai celebre, cadenzata con forza in tutti i discorsi che il Papa ha rivolto alle genti di Puglia: «La vostra terra sia un ponte lanciato verso l'Oriente» [7]. Sarebbe lo stravolgimento più tragico dell'alto magistero del Papa se noi credenti dovessimo tollerare che, per l'Oriente, la Puglia diventi solo un ponte aereo!
Tra quindici giorni (il 4 ottobre) noi vescovi pugliesi andremo in Umbria ad accendere la lampada della pace sulla tomba di Francesco. Che il Santo di Assisi ci ripaghi la cortesia, accendendo nei nostri cuori la lampada del coraggio e della speranza.
Diversamente l'olio di questa terra generosa, che brucerà sulla sua tomba, servirà ad alimentare solo la nostra retorica.
[1] Negli stessi mesi del 1987 le autorità ecclesiastiche, su pressione del Governo italiano, impongono ad Alex Zanotelli, direttore della rivista Nigrizia (decisamente schierata contro il commercio di armi e il loro utilizzo), di lasciare l'incarico.
[2] Denominazione della parte più interna del Golfo di Taranto.
[3] Teologo protestante tedesco (1886-1965), uno dei maggiori teologi del XX secolo, pioniere del più recente movimento di rinnovamento della teologia tradizionale.
[4] Il poligono di tiro di Torre di Nebbia, situato nel Parco dell'Alta Murgia, è il più grande per estensione tra i poligoni presenti nell'area.
[5] AMX e Tornado sono modelli di bombardieri.
[6] Il 1° settembre 1987 la nave «Boustany I», battente bandiera libanese, viene posta sotto sequestro nel porto di Bari, con l'accusa di traffico internazionale di armi e droga: trasporta 14 tonnellate di hashish e 2 di cocaina, oltre a molte armi pesanti.
[7] Discorso di Giovanni Paolo II ai vescovi della Puglia in visita ad limina apostolorum il 20 dicembre 1986.
[8] L'accensione della lampada votiva in onore di San Francesco ad Assisi è un evento che si ripete ogni anno il 4 ottobre, giorno della festa del santo, e coinvolge l'offerta dell'olio da parte di una regione italiana. Nel 1987 era il turno della Puglia.
Fonte
Tonino Bello, Le mie notti insonni. Per i costruttori di speranza e di pace, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, pagg. 127-132.
Chi era Tonino Bello
Don Tonino Bello è stato ordinato sacerdote nel 1957 e ha ricoperto diversi incarichi, tra cui quello di vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e di presidente di Pax Christi Italia. Il suo impegno per la pace lo ha portato a visitare terre martoriate come la Terra Santa, El Salvador, l'Etiopia e la Bosnia-Erzegovina. Nel dicembre del 1992, durante la guerra nella ex Jugoslavia, nonostante la malattia ha partecipato alla Marcia dei 500 a Sarajevo, città sotto assedio.
La sua figura è ricordata per il suo stile di vita semplice e umile, per la sua attenzione agli ultimi e per la sua capacità di comunicare la fede in modo diretto ed efficace. Le sue parole e i suoi scritti continuano a ispirare persone di diverse fedi e culture, rendendolo una figura di riferimento per il movimento pacifista e per quanti cercano un mondo più giusto e solidale.
[Questa notizia è stata pubblicata il 15/7/2025]
Foto: Archivio Forum trentino per la pace e i diritti umani