
Alcuni passaggi dello splendido intervento di Francesca Albanese alla festa del Fatto quotidiano il 13 settembre 2025.
Grazie di essere qui nonostante la calura e grazie al Fatto Quotidiano, non solo dell'invito ma anche per rimanere un punto di resistenza per l'informazione corretta.
Dal primo maggio 2022 sto servendo, pro bono, le Nazioni Unite come esperto tecnico a cui è stato richiesto di monitorare, documentare e fare relazione sulle violazioni del diritto internazionale commesse da Israele nei territori occupati.
Già parlare di guerra contro Gaza non è corretto. Ci sono state operazioni nel 2008, nel 2012, nel 2014, poi le proteste represse nel 2018 e ancora nel 2021, nel 2022. Abbiamo sbagliato a chiamarle guerre, perché è un'anomalia. Non si può fare la guerra nei confronti della popolazione occupata. Nel momento in cui si fa si entra in un'altra categoria che è quella dell'aggressione, che si riconosca o no lo Stato di Palestina.
Ho riconosciuto l'orrore e lo sgomento dinanzi ai crimini commessi il 7 ottobre, che andavano investigati e giudicati. Ma non ci siamo arrivati dal niente. Soltanto durante il mio mandato, dal 1 maggio 2022 al 6 ottobre 2023, erano stati uccisi 460 palestinesi. E a Gaza, nelle cosiddette guerre precedenti, oltre 5mila. Se dovessimo stare in silenzio un minuto per ogni bambino ucciso a Gaza negli ultimi 700 giorni, dovremmo restare in silenzio due settimane, notte e giorno.
Dinanzi a questa brutalità non si reagisce con le contromisure previste dal diritto: fermare trasferimenti e acquisti di armi, sospendere gli accordi commerciali. È un obbligo degli Stati'. (Israele nei territori occupati è) 'una dittatura militare che ha governato 5 milioni di persone attraverso ordini scritti da soldati e rivisti da corti militari composte da soldati.
Vorrei non essere io la notizia. Credo che la cosa più importante sia continuare a parlare di Gaza. Ma le sanzioni significano non poter entrare negli Stati Uniti, e per chi ha legami personali o familiari lì, come mia figlia, nata negli Usa, anche rischiare pene pecuniarie o persino l'arresto fino a 20 anni di carcere. L'obiettivo è intimidire, isolare, congelare chi denuncia.
Quello che mi è valso le sanzioni è stato il mio sesto rapporto, in cui ho denunciato il genoci**o. Il diritto è l'ultimo argine pacifico prima della violenza e per questo mi batto. I genocidi accadono perché non ce ne frega niente.
Non è vero che l'Olocausto è successo di nascosto. Lo sapevamo. Noi in Italia abbiamo pure passato le leggi razziali e c'è qualche politico senza morale né etica che ancora oggi propone di intitolare strade e piazze a chi quelle leggi le firmò. Questo è il vizio della memoria. Non credo neanche che sia giusta la frase che ho detto prima, e cioè che quello a Gaza sia il primo genocidio trasmesso in televisione. Le immagini passano, ma vengono accompagnate da una narrazione totalmente falsata. È questa tossicità del dibattito che non permette di capire cosa sta succedendo. Per questo Il Fatto Quotidiano e Il Manifesto fanno ancora informazione corretta e diventano dei fari in questo contesto.
La distruzione del popolo palestinese è in corso, la finalità è la pulizia etnica. Già nel 1947-49 i nonni degli attuali palestinesi furono cacciati, 500 villaggi distrutti. Oggi il concetto di «Grande Israele» non è più solo espansione territoriale, ma controllo a mezzo di armi, algoritmi, spionaggio e sottomissione. E forse dovremmo leggerlo come parte della politica imperialista degli Stati uniti.
Il Medio Oriente è stato messo in ginocchio da guerre in Iraq, in Libia, da vent'anni di conflitti. È un disegno che porta la guerra sempre più vicino a noi. Per questo dico: dobbiamo svegliarci dal nostro sonno di pietra.
SIntesi a cura di Andrea Trentini
[Questa notizia è stata pubblicata il 14/9/2025]
Foto: Wikimedia Commons