
La parola «intersezionalità» è un termine ancora poco comune, ma che negli ultimi anni si è diffusa nel dibattito accademico e politico.
Si tratta dell'interconnessione di varie identità biologiche, sociali e culturali e delle relative forme di oppressione. Stiamo parlando di un elenco potenzialmente sconfinato di elementi di differenza: come genere, sessualità, colore della pelle, nazionalità, diversa abilità, età, condizioni economiche, cultura, religione.
Secondo l'approccio intersezionale occorre pensare a ogni tratto di una persona come inestricabilmente unito a tutti gli altri. Analogamente, le diverse espressioni di ineguaglianza e discriminazione - dal razzismo al sessismo, dall'omofobia alla xenofobia - non agiscono in modo indipendente, ma si intrecciano e si mischiano tra loro.
Possiamo prendere come metafora efficace un crocevia di strade, come ha ben spiegato l'attivista statunitense nera e femminista Kimberlé Williams Crenshaw, docente di giurisprudenza. Il concetto di intersezionalità, in effetti, deve molto al contributo del femminismo nero. Tra le tante protagoniste di questa storia ricordiamo la politica brasiliana Marielle Franco, assassinata nel 2018 mentre tornava nella sua favela proprio per il suo percorso di attivista donna, nera, povera e bisessuale.
Altre ispirazioni sono venute dai movimenti e dagli studi postcoloniali e da quelli sulla disabilità e sulle intersezioni tra genere, sessualità, classe, occupazione e status nei luoghi di lavoro.
Un altro esempio potrebbe anche essere quello della discriminazione, per motivi di genere e religiosi, nei confronti delle donne che indossano il velo.
L'intersezionalità è sempre più spesso al centro dello sviluppo di politiche di parità.
Anche il Forum trentino per la pace e i diritti umani è impegnato su questo tema, per esempio attraverso la partecipazione al progetto INGRiD INtersecting GRounds of Discrimination in Italy, cofinanziato dall'Unione europea e teso a combattere le crescenti discriminazioni multiple nella vita quotidiana, rafforzando l'assistenza alle vittime e il sistema dei servizi di antidiscriminazione, e costruendo conoscenza e consapevolezza diffuse.
Perché non siamo solo un genere, un orientamento sessuale, o il colore della nostra pelle: siamo l'insieme delle contingenze e delle nostre esperienze.
[Questa notizia è stata pubblicata l'8/10/2025]
Foto: Denys Nevozhai/unsplasch.com
Autore
KM