06/11/2025-Articoli
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PAROLE O_STILI
Che fine ha fatto, oggi, il consenso?

Ci lasciamo alle spalle un periodo pesante, su cui sono gravate ombre preoccupanti. Tra queste, quella della violenza digitale denunciata dalla giornalista Francesca Barra, scopertasi tra le vittime di SocialMediaGirls.com: un sito, dove vengono creati e pubblicati deepfake erotici di donne celebri utilizzando l'intelligenza artificiale.
La piattaforma, a cui è possibile accedere dichiarando di aver raggiunto la maggiore età e senza ulteriori controlli, integra un'app che permette di manipolare e addirittura animare qualsiasi immagine caricata, senza limiti e senza tutele di alcun tipo. Mentre la Polizia Postale sta indagando sul funzionamento del sito (ancora attivo) e sui suoi gestori, colpisce e fa male il volume più fioco che ha accompagnato la notizia e il suo racconto. Come se l'assuefazione a queste forme di abuso, che trasformano la tecnologia in uno strumento di violenza, le rendesse meno sconvolgenti di quello che in realtà sono.
«Non si tratta di spogliarsi o non spogliarsi» scrive Barra nel post con cui ha raccontato la vicenda, «La libertà di mostrare il proprio corpo è un diritto. Il punto è il consenso».
Ma che fine ha fatto, oggi, il consenso? Il Survey Teen 2024 di Fondazione Libellula mette in luce che un adolescente italiano su tre ha subito un episodio di violenza nel corso della sua vita e un giovane su cinque non è in grado di riconoscere gli abusi nelle relazioni. Se la scuola viene privata della possibilità di coltivare l'educazione affettiva e sessuale dei più giovani, e i più giovani faticano a trovare un interlocutore con cui affrontare queste tematiche, preferendo confidarsi con un chatbot, quali spazi restano per promuovere relazioni consapevoli e sane?
dalla newsletter di Parole O_Stili, numero del 3 novembre 2025
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