Progetto Prijedor ODV
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Indirizzo: Passaggio Zippel Vittorio, 6 - Trento

La presenza trentina a Prijedor comincia già all'indomani della firma degli accordi di pace di Dayton, nel febbraio 1996 quando alcuni volontari della Casa della pace di Trento decisero di recarsi in uno dei luoghi identificati come città della pulizia etnica.

Inizialmente incentrata sull'azione umanitaria, l'azione dell'Associazione si è sviluppata sempre più sullo scambio reciproco in un'ottica non di puro assistenzialismo o di paternalismo, ma di dialogo e confronto tra società (quella bosniaca e quella italiana) in continuo cambiamento e sempre più in relazione l'una con l'altra.

Nel corso degli anni di operato dell'Associazione, il contesto di Prijedor è cambiato, moltissime persone delle comunità bosgnaca e croata sono tornate, le case sono state ricostruite, il centro storico rinnovato, alcune industrie hanno ricominciato a funzionare, ma la ricostruzione materiale e il miglioramento delle condizioni sociali porta con sé anche numerose contraddizioni e fragilità. Tale 'normalizzazione' può diventare quindi anche uno specchietto per le allodole e impedirci di comprendere che la destrutturazione dovuta agli eventi bellici è molto più profonda di una nuova moschea o viale cittadino. Si tratta, ad esempio, di comprendere le difficoltà delle nuove generazioni cresciute in contesti separati intrisi di odio e rancore, senza aver mai conosciuto la convivenza pacifica dei genitori.

L'apertura dell'Agenzia della Democrazia Locale nel 2000 ha rappresentato un passaggio fondamentale sia nella decisione di dare il proprio contributo in maniera decisiva e a lungo termine, sia nella scelta di non evitare il confronto con le istituzioni locali. La nascita dell'ADL ha voluto dire innanzitutto avere un contatto diretto e costante con Prijedor, approfondendone la conoscenza e aumentando la fiducia reciproca. L'ADL vuole essere un luogo aperto a tutte le forze positive del territorio finalizzato alla ricerca della partecipazione, della convivenza e della democrazia dal basso.