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SCIOPERO NAZIONALE PER GAZA IL 20 GIUGNO 2025
Se il massacro non si ferma, ci fermiamo noi!
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Il circolo ARCI di Brentonico, intitolata a Ugo Winkler, aveva lanciato la proposta di uno sciopero per Gaza nello scorso mese di marzo. Ne avevamo dato notizia anche noi.

L'ha rilanciata di recente: leggi qui il nostro articolo.

La proposta è stata fatta propria da alcune organizzazioni sindacali, che hanno emanato il seguente comunicato.


Associazioni, cittadini, consumatori e sindacati in rete contro il genocidio a Gaza
Se il massacro non si ferma, ci fermiamo noi!

Il 20 giugno è stato indetto da una rete di sindacati di base uno sciopero nazionale contro li genocidio a Gaza. Nel comunicato del sindacato Fisi, che negli ultimi mesi ha lavorato per creare una rete forte a sostegno di questa iniziativa, si legge che lo sciopero è indetto per chiedere:

  • la condanna ufficiale da parte dello Stato italiano del genocidio in corso nella Striscia di Gaza;
  • l'immediata cessazione di ogni collaborazione militare e blocco della fornitura di armi e tecnologie belliche da parte dell'Italia a Israele;
  • il rispetto da parte di Israele delle Convenzioni di Ginevra, del diritto internazionale umanitario e delle risoluzioni ONU;
  • il rispetto del principio costituzionale di ripudio della guerra (art. 11 Costituzione Italiana);
  • Il pieno esercizio del diritto di informazione libera e imparziale sui crimini commessi nei territori occupati.

Non sarà solo uno sciopero dal lavoro, ma anche dai consumi. Si invitano tutti a non utilizzare servizi, come posta e banca; non fare la spesa o acquisti; chi può, chiudere eventuali esercizi commerciali; ed esporre simbolicamente (sui social, alla porta di casa, sul luogo di lavoro) -  sia chi aderirà allo sciopero lavorativo che chi no- dei simboli legati alla resistenza palestinese. In particolare, come simbolo dello sciopero è stato pensato ad un ramo o una pianta di ulivo. L'ulivo, pianta storica della Palestina, rappresenta il legame con la terra, la dignità, la resistenza. Proprio per questo, anche gli ulivi sono diventati bersaglio della distruzione: secondo Oxfam, solo nel mese di novembre 2024, oltre 1.450 ulivi sono stati sradicati o incendiati. Difendere gli ulivi significa anche difendere la memoria, l'identità e il futuro di questo popolo.

La lettera delle associazioni

A  marzo, un piccolo Circolo Arci di periferia ha inviato una lettera ai sindacati una lettera aperta, chiedendo  di immaginare un momento per fermarsi: 

«Non capiamo come possiamo sentire il suono della sveglia al mattino ed andare a lavorare, sicuri nella nostra routine: perché non ci siamo ancora fermati in un vero giorno di sciopero, dal lavoro, dalla scuola, dagli acquisti? Perché non stiamo davvero urlando 'BASTA!' tutti assieme? 

Basta bambini incastrati sotto le macerie, abbracciati alle madri morte; bambini amputati senza anestesia, bambini che non sopravvivono al dolore dell'amputazione senza anestesia. Bambini intossicati, senza cibo, agonizzanti per terra, senza genitori. Basta donne e uomini stuprati fino alla morte, torturati fino a perdere la vita o la ragione. Basta malati bruciati negli ospedali. Basta con la falsa narrazione rispetto all'interesse di Israele verso gli ostaggi, utilizzati - come sta venendo utilizzata la memoria dell'olocausto - per giustificare uno sterminio.

Sappiamo tutti che quello che sta succedendo a tre ore di aereo da noi va oltre l'orrore, ogni giorno di più, e ogni giorno peggio.' recita parte del testo della lettera, sottoscritta nei giorni successivi da moltissime persone, lavoratori, giornalisti, addirittura aziende private, da tutta Italia. Realtà che non hanno una tradizione legata ai sindacati ma che in questo caso hanno capito la portata di quello che sta succedendo e la necessità di dare una risposta forte, che vada oltre le tante iniziative simboliche organizzate fino ad ora. Tra i firmatari, troviamo circoli di anziani, associazioni ricreative, gruppi sportivi, gruppi di acquisto e personalità pubbliche come Luigi De Magistris.

La lettera prosegue: ' Destra, sinistra, anarchici, religiosi, forze dell'ordine: siamo in tanti, non ci interessano le bandiere, non vogliamo altre etichette se non quella di esseri umani. Vogliamo uno sciopero in solidarietà ai bambini e alle persone palestinesi, per chiedere di salvare coloro che sono ancora vivi,  salvare quelle persone dalla furia sadica e omicida di Israele, compresi gli ostaggi nelle mani di Hamas.  Non c'è più cibo a Gaza, e qua non c'è più tempo.»

Dopo due mesi da questa lettera, il tempo è davvero finito. Le immagini dei bambini scheletrici di Gaza resteranno nella storia, assieme alla domanda «come abbiamo potuto lasciarlo succedere».

Purtroppo - ammettono i promotori - se dal basso c'è stata una grande risposta, ad oggi non c'è stata dall'alto, né dai sindacati confederali, ma confidiamo nelle prossime settimane, ora che lo sciopero è stato proclamato.

La data del 20 giugno: il rientro della Global March to Gaza

Il 20 giugno è la data in cui è previsto il rientro in Italia della delegazione Italiana della Marcia globale su Gaza. La Global March to Gaza è una mobilitazione internazionale pacifica che si svolgerà dal 12 al 20 giugno 2025, con l'obiettivo di raggiungere il valico di Rafah al confine tra Egitto e Striscia di Gaza. La marcia mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e a esercitare pressione sulle istituzioni internazionali affinché intervengano per porre fine alla crisi umanitaria in corso a Gaza. Attualmente, circa 150 persone dall'Italia hanno confermato la loro partecipazione, sebbene il numero sia in continuo aumento. i partecipanti internazionali sono oltre 10.000 persone provenienti da 31 paesi, supportate da più di 150 ONG.  

In Provincia di Trento, prove generali già il 30 maggio

In Trentino  CUB Trento ed SBM Trentino hanno rilanciato uno sciopero provinciale, con l'intento di dare un segnale forte anche per un risposta a livello nazionale. Il 30 maggio i trentini hanno espresso nel concreto il loro dissenso verso l'orrore, non andando a lavorare e non utilizzando servizi, come fare la spesa o fare acquisiti in generale, per rilanciare lo sciopero nazionale in maniera forte e netta. È una chiamata alla responsabilità collettiva, al risveglio delle coscienze. Perché in gioco non c'è solo il destino della Palestina: c'è anche ciò che resta della nostra umanità.

A un giorno dallo sciopero, possiamo dire che il Trentino era un banco di prova, la prova è stata superata. Nonostante la fatica a diffondere lo sciopero proclamato da piccoli sindacati di base, l'adesione è stata alta.  Alla manifestazione organizzata a Trento in occasione della giornata, c'erano centinaia di lavoratori: impiegati, metalmeccanici, operatori sociali, ingegneri. E poi studenti, pensionati. Alcuni cartelli recitavano 'lavoratori contro il genocidio'. Lungo il corteo, costellato dai tantissimi rami di ulivo simbolo dello sciopero, si sono viste bandiere palestinesi ai balconi, appese ai camioncini dei lavoratori nei cantieri. I poliziotti chiacchieravano con i manifestanti, l'atmosfera era quella di un grande abbraccio collettivo: vivere questo olocausto sta segnando tutti noi nel profondo. 

Moltissimi scioperanti hanno dichiarato che non avevano mai scioperato prima, altri operai già in sciopero mensile per questioni interne alle loro ditte hanno affrontato la fatica di avere un ulteriore giorno di paga in meno alla fine del mese 'come metalmeccanico ho già scioperato un altro giorno questa settimana, esserci oggi non è stato semplice, ma quello che sta succedendo è terribile e non potevo voltarmi dall'altra parte' dichiara un giovane presente al corteo.

La giornata però, è stata significativa anche per chi ha lavorato: a Brentonico, dove il locale Circolo ARCI aveva lanciato il disperato appello a fermarsi per mettere in campo delle azioni concrete contro l'orrore, all'ingresso dell'asilo nido genitori e bambini hanno trovato una pianta di ulivo colorata con i colori della Palestina; i bar esponevano rami di ulivo. Alcuni insegnanti hanno chiesto ai loro studenti di scrivere delle riflessioni su quello che sta succedendo a Gaza; sono andati a fare lezione tra gli alberi di ulivo; hanno affrontato letture a tema.

Per i lavoratori: come si aderisce a uno sciopero?

Visto l'interesse per lo sciopero da parte di persone normalmente poco interessate a questa modalità di protesta e che non hanno mai scioperato prima, è stato diffuso anche un breve vademecum, che spiega:

  • tutti i datori di lavoro sono stati o verranno  informati;
  • per aderire, non serve essere iscritti ad alcun sindacato e potete liberamente aderire anche se siete iscritti ad un sindacato che non promuove lo sciopero. Non serve firmare nessuna carta e non fare altro che semplicemente non andare al lavoro;
  • anche se per alcune categorie non è obbligatorio avvisare il datore di lavoro, in questo caso spiegare le ragioni può essere un utile modo per continuare a parlare di Gaza. Invitiamo tutti e tutte ad avvisare anche utenti e clienti, perché in questo caso non vogliamo creare un disservizio fine a sé stesso, ma vogliamo essere uniti nell'affermare il nostro senso di impotenza di fronte a un popolo condannato a morte;
  • venerdì 30 non possono aderire i dipendenti del trasporto aereo. I lavoratori comandati al lavoro devono garantire i servizi essenziali. Il consiglio in caso di dubbi è quello di confrontarsi col datore di lavoro, consultare il cruscotto scioperi P.A. del governo (https://www.funzionepubblica.gov.it/it/il-dipartimento/cruscotto-degli-scioperi-nel-pubblico-impiego/ ) o il sito del sindacato FISI per capire se ci sono limitazioni per la propria categoria: www.fisisindacato.it

Rete sciopero per Gaza

RASSEGNA FOTOGRAFICA IN GALLERIA (riferita allo sciopero pro Gaza del 30 maggio scorso)
LOCANDINA IN ALLEGATO

 

[Questa notizia è stata pubblicata il 9/6/2025]
Fotografie: Circolo Arci «Ugo Winkler» di Brentonico


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